“Niente sesso, siamo inglesi”, è con una famosa battuta di una comedia del ‘71 che gli inglesi vorrebbero essere identificati: un popolo ordinato, pudico e composto, ma siamo sicuri si possa dire ancora così?
Il sesso per molti rimane un tabù, ancor di più per le persone in tarda età, come se ad un certo punto il pregiudizio radicato nella società faccia “scadere” la sessualità. L’insieme dei comportamenti in merito possono apportare molti benefici, dunque sarebbe importante evitare di distorcere una visione sana del sesso.
A tal proposito, durante questa primavera, il famoso fotografo britannico Rankin ha collaborato con l’organizzazione Relate, puntando i riflettori proprio su ciò che finora è rimasto all’ombra: l’importanza del sesso e dell’intimità nella tarda età. L’iniziativa si è sviluppata attraverso la campagna “ Let’s Talk The Joy of Later Life Sex” (Parliamo delle gioie del sesso negli ultimi anni della vita). Hanno partecipato cinque coppie anziane e una donna, fotografate in ritratti in banco e nero che raffigurassero i loro momenti più intimi.
In modo realistico e delicato vengono rappresentate coccole, carezze, autoerotismo, accompagnate da frasi che sfidano gli stereotipi sul sesso nell’anzianità come: «Anche se non fai nient’altro che sussurrare… non è un niente».
I protagonisti di questi scatti sono persone comuni (nono attori o modelli) con storie di vita diverse, appartenenti a diverse etnie, taglie, coppie eterossessuali e gay, ma anche persone sole, a dimostrazione del fatto che tutti, ma proprio tutti, possiamo sentirci autorizzati a pensare o parlare di sesso e intimità man mano che l’età avanza.
L’obiettivo del team era quello di mostrare l’intimità in un modo che nessuno prima aveva preso in considerazione, per affrontare lo stigma attorno a questo argomento sempre taciuto.
La sessualità viene associata automaticamente alla giovane età e c’è l’idea che questa non appartenga alle persone anziane. Si pensa che gli anziani non dovrebbero, non potrebbero o non nutrono un particolare desiderio di vicinanza o esplorazione con il partner o con se stessi.
E’ raro che se ne parli o se ne scriva, lo stigma esiste. Da alcuni sondaggi è emerso che la maggior parte delle persone (60%) di età superiore ai 65 anni non ne parla, principalmente a causa dell’imbarazzo che provoca quest’argomento e dal timore di mettere a disagio l’interlocutore.
Tuttavia, il fatto che non se ne parli non significa che le persone anziane non ne facciano esperienza. Il terapista sessuale di Relate, Gail Thorne, ha evidenziato che la conseguenza “mediatica” dello stigma è che potrebbe sembrare che solo corpi giovani e “perfetti” facciano sesso e siano intimi, ma non è ovviamente così. Piuttosto, il sesso in diverse fasce d’età, potrebbe ricoprire un significato altro o esprimersi mediante diverse modalità. Se nei giovani l’intimità ha la funzione di esplorazione, in età avanzata potrebbe essere un modo di esprimere le proprie emozioni, sentire la vicinanza affettiva con l’altro, attraverso un tocco gentile.
Precedenti ricerche hanno dimostrato un legame importante tra la relazione sessuale e il benessere generale, e il motivo per cui è giunta l’ora di scardinare il tabù del sesso è dovuto al fatto che tanto per i giovani, quanto per gli anziani, l’intimità è un aspetto fondamentale per la relazione di coppia. Ognuno dovrebbe essere in grado di parlare serenamente dei propri bisogni e desideri, che se repressi possono portare ad un’insoddisfazione che va a logorare il rapporto di coppia e la fiducia in se stessi.
Ci sono cose di cui si può smettere di parlare con l’avanzare dell’età, ma tra queste non rientra sicuramente l’amore, per se stessi e per gli altri, perchè la dimensione emotiva e affettiva non ha età. Oggi più che mai tutti noi abbiamo bisogno di vicinanza, di un sentire profondo, abbiamo bisogno di infrangere le convenzioni e questa campagna lo ha fatto, dunque parliamone: Let’s talk.