Stress e rischio di burnout per gli insegnanti: hanno diritto al riposo estivo

Oltre il 70% degli insegnanti è soddisfatto della sua professione, nonostante il grande carico di lavoro. Non è semplice avere a che fare ogni giorno con venti o trenta bambini e ragazzi, con bisogni molto diversi tra loro, con problemi da risolvere, che vivono conflitti nei quali si deve intervenire e che hanno famiglie sempre più esigenti, che non sono mai contente e che hanno sempre da ridire sul lavoro svolto.

La didattica a distanza ha dato il colpo di grazia. In questo primo anno di scuola misto in presenza e a distanza, gli insegnanti hanno toccato livelli di pressione e stress inimmaginabili. Tuttavia, i politici non sono soddisfatti, insinuano che i docenti durante la dad non abbiano fatto abbastanza e vogliono farli lavorare anche durante la stagione estiva. Questa soluzione, in realtà, non rende felice nessuno.

Durante quest’anno scolastico, gli insegnanti hanno dovuto imparare a lavorare in un modo completamente nuovo. Spesso hanno dovuto fare due lavori contemporaneamente: insegnare in presenza e a distanza, ad alunni presenti a scuola e a ragazzi collegati al pc nello stesso momento. L’obiettivo rimaneva sempre quello di dare una didattica di qualità sia agli uni che agli altri, per favorire l’inclusione, nonostante le connessioni saltanti e gli audio problematici.

Tutto questo carico, ha gradualmente esposto gli insegnanti al rischio di Burnout. Letteralmente “Burnout” significa “Bruciarsi, essere bruciato”. E’ quella condizione in cui svolgere un’attività impegna ad un punto tale corpo, mente e spirito che la persona, superata una certa soglia, “scoppia” con conseguente stato di esaurimento psicofisico ed emozionale. Le persone che soffrono di burnout riferiscono un graduale e sempre più profondo sfinimento emotivo e fisico ed una sensazione di calo costante delle proprie capacità professionali. Ciò genera delusione e frustrazione che, in alcuni casi, può essere all’origine di un atteggiamento aggressivo e distante nei confronti del lavoro, degli alunni, dei colleghi e di altre persone.

La prevenzione e l’individuazione precoce del problema sono fondamentali. Si tratta di ridurre i fattori di rischio e di organizzare la quotidianità scolastica affinché la salute degli studenti e degli insegnanti non venga compromessa.

Le cose che ogni insegnante dovrebbe fare:

-Prendersi regolarmente del tempo per sè

-Rivolgersi alle risorse sociali e ai servizi di consulenza

-Individuare i modelli di pensiero negativi e regalarsi un po’ di felicità

-Affrontare i problemi

-Porsi dei limiti – Imparare a dire di no

-Organizzare al meglio il suo lavoro

-Abbandonare gli ideali di perfezione 

La professione dell’insegnante ha fatto un salto di qualità guadagnando competenze che però, al contrario di altre professioni, non sono state premiate economicamente. Ora si vuole togliere anche il diritto al riposo estivo. Tutti ci chiediamo quando questa categoria ritroverà non tanto il prestigio del passato, ma anche il solo il rispetto per l’importanza del lavoro svolto.

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