Quando parliamo di “indisponibilità” non ci riferiamo all’arroganza, all’evitamento punitivo ma ad un modo di proteggersi dalla possibilità che le relazioni con gli altri diventino tossiche ed unidirezionali. Un tipo di relazione di questo tipo porta all’inespressione dei propri bisogni prima ed un abbassamento del proprio valore personale dopo.
Durante il nostro cammino relazionale e sociale capita a tutti di incontrare persone che ci rendono difficile la vita e poi spariscono. Convogliare sempre le nostre energie su di loro potrebbe renderci frustrati. Apprendiamo dunque a convogliare questa energia su noi stessi e su coloro con i quali gioiamo, con i quali c’è reciprocità ed ascolto.
Evitiamo di essere disponibili con coloro che ci svalutano, che ci disprezzano. L‘amore senza riconoscimento porta sofferenza, iniziamo dunque a riconoscerlo noi stessi. Non viviamo di speranze di cambiamenti altrui, perché il cambiamento non arriverà mai nell’altro se non in noi stessi. E’ impossibile cambiare gli altri, possiamo perdonarli sempre ma questo non porterà a cambiarli. Apprendiamo la sacra arte del “NO” quando non sentiamo che vi sia reciprocità.