Ad intervistare il Papa è il giornalista spagnolo Jordi Évole. Si ritorna parlare di omosessualità e figli gay. E’ un’intervista che risale al periodo del Congresso Mondiale delle Famiglie. Il papa ha tenuto ci ha tenuto, inoltre, a precisare cosa intendesse lo scorso agosto quando disse: “Bambini gay? Ci sono tante cosa da fare con la psichiatria”.
Tutti hanno il diritto di avere un padre e una madre, di avere una casa. E un padre e una madre hanno il diritto di avere un figlio, venga come venga il bambino. Se c’è un caso di omosessualità, capisco che la famiglia provi dolore, per la cultura attuale. Ma il dialogo è tutto, tu papà e mamma, tu figlia o figlio, non lasci mai fuori di casa una persona perché ha una tendenza omosessuale. Le tendenze non sono peccato. Se hai la tendenza alla rabbia, non è un peccato. Ora, se sei arrabbiato e ferisci le persone, il peccato è lì.
E’ importante parlare di “cultura ‘attuale”, discriminatoria e violenta nei confronti della comunità LGBT, proprio perché spesso si lega ed è accettata anche della stessa Chiesa cattolica, che da decenni alimenta odio e disinformazione.
“Quello che conta è l’amore” afferma Papa Francesco.
«Ignorare il figlio o la figlia con tendenze omosessuali sarebbe una mancanza di maternità e paternità. Il silenzio? Non è un rimedio»
“Non condannare, dialogare“. È questo che, secondo Papa Francesco, dovrebbero fare i genitori con figli omosessuali che scelgono di andare a convivere con i propri partner.