Tanti casi di persone in Italia costrette ad attendere mesi e nessuno dice loro che è tutto gratis.
In molti Ospedali italiani ci si ritrova ad attendere più di sei mesi per una visita di controllo necessaria e “vitale” per un malato oncologico.
Pagando la visita i tempi di dimezzano di gran lunga. La salute e la possibilità di curarsi diventa strettamente legata alle capacità economiche tanto che pagando i tempi di attesa di riducono a tre giorni.
Queste lunghissime liste di attesa sono un vero e proprio cancro per la sanità italiana. Non si riesce a garantire il diritto costituzionale alla sanità.
Sono tanti i modi utilizzabili per ottimizzare, garantire cure e controllo anche a chi non dispone di elevante risorse economiche. Purtroppo però pare che la salute dei cittadini non rappresenti una priorità. Si avverte sempre di più l’assenza e l’inefficienza del servizio sanitario pubblico.
Si è espressa cosi non molto tempo fa Marina Febo, consigliere di minoranza a Spoltore (Pescara) che suo malgrado sta approfondendo sulla sua pelle il grado di affidabilità della sanità pubblica.
«Chiedo, quindi, come fanno le persone che devono controllarsi velocemente, ma non possono pagare», scrive Febo sulla sua pagina Facebook, «mi viene risposto che ne vedono molte andare via piangendo…Decido, allora, di recarmi presso la Direzione Sanitaria. Non per me, ma per tutti coloro che non possono pagare e se ne vanno via piangendo e per i miei amici che ho perso in questo ultimo anno e mezzo che non ci sono più e che hanno subito situazioni di malasanità a cui in parte ho assistito di persona.
Il Direttore Mancini non c’è, mi riceve un medico, molto gentile, che raccoglie la mia lamentela e in evidente imbarazzo si rende disponibile a verificare di persona se esiste una soluzione, ma ripeto nuovamente di non accettare alcuna altra soluzione se non quella offertami già dallo sportello, ovvero pagare e fare l’esame intra moenia fra 3 giorni, la mia lamentela non ha un fine personale.
Chiedo solamente di sapere perché le liste sono così lunghe e se queste sono legittime e compatibili con il diritto alla salute garantito dalla Costituzione. Non ci vuole una laurea in medicina per capire che far aspettare così tanto pazienti con problematiche serie equivale a condannarli a morte. Il medico, con tanta pazienza, inizia a spiegarmi i complessi meccanismi della macchina sanitaria, ma poco dopo decido di congedarmi e non togliere altro tempo al suo importante lavoro vedendolo invaso di telefonate di lamentele da molti reparti e da altri pazienti…»
La consigliere comunale di Pace del Mela Angela Musumeci Bianchetti ha inviato pochissimi giorni fa una nota al direttore dell’Asp 5 di Messina evidenziando i ritardi inaccettabili che sono costretti a subire i pazienti oncologici per prenotare visite ed esami clinici.
“Diversi cittadini affetti da patologie oncologiche mi hanno segnalato diversi problemi che hanno riscontrato per la prenotazione di visite ed esami clinici. In particolare non è possibile prenotare tramite il numero verde visite oncologiche di controllo presso gli ospedali di Taormina, Milazzo e Barcellona. Non è concepibile tale comportamento considerato che diversi cittadini sono in cura da diversi anni con la struttura di Taormina ed è corretto che il paziente continui ad essere seguito dalla stessa equipe di oncologi.
Ci sono lunghe liste di attesa per prenotare ecografie, mammografie, tac, risonanze magnetiche. Le prenotazioni non rispettano i tempi delle priorità. Per quanto riguarda le malattie oncologiche anche qualche settimana di ritardo può risultare fatale.
Una paziente ha contattato direttamente la struttura di Taormina per prenotare una visita di controllo oncologica e la prima data utile è fine febbraio 2020. Una vera vergogna. Infine segnalo che ci sono lunghe attese per contattare il call center, circa 39 minuti”.
Musumeci, in qualità sia di consigliere che di malata oncologica chiede un immediato intervento da parte della direzione generale dell’Asp e dell’assessorato regionale alla Sanità “perché noi malati oncologici abbiamo il diritto di curarci e non possiamo tollerare tali ritardi. In assenza di urgente riscontro, insieme ad altri malati oncologici, mi riservo altre azioni istituzionali e popolari”.