La possibilità di curarsi di se stessi è fondamentale per la sopravvivenza, per la nostra self-efficacy e per la nostra autostima.
Sin da bambini apprendiamo la condivisione, la cooperazione, la vicinanza, l’altruismo. Spesso però sono presenti nel lessico comune frasi “tossiche” come: “Se non mangi quella pietanza si un bambino cattivo”, “se non gli dai quell’oggetto arriva il lupo cattivo”, “se non cammini non ti voglio più bene” e potremmo continuare all’infinito. Queste sono minacce, frasi ad alto contenuto spaventante per chi le ascolta.
Nessuno però valorizza l’ascolto, quello che noi desideriamo, quello che ci piace, quello in cui davvero siamo “bravi”. Nessuno ci insegna a non compiacere gli altri quando non c’è ne bisogno. Nessuno ci insegna l’importanza del saper “dire NO”.
La genitorialità porta notevoli cambiamenti nella vita delle persone. E spesso sogni, aspettative, immagini ideali vengono totalmente gettate sui nostri figli, il riscatto di quello che non siamo riusciti a compiere. I genitori hanno spesso in mente il piano perfetto per i figli affinché possano vivere una vita, secondo loro, soddisfacente.
La verità è che i bambini apprendono dall’esperienza, per imitazione, osservando quello che noi genitori facciamo piuttosto che da quello che diciamo.
Ma se i bambini apprendono attraverso l’imitazione e l’osservazione dell’esperienza, cosa impareranno se ci vedranno rinunciare alle nostre passioni, ai nostri hobby, a ciò che amiamo fare, in nome loro? Si convinceranno che senza di loro non potremo sopravvivere e li cattureremo in una trappola mortale.
E’ importante che ognuno persegua le proprie passioni, il proprio e desiderato piano di vita. Nessuno deve poter influenzare la nostra vita se non noi stessi.
Lasciate dunque liberi i vostri figli di scegliere, sbagliare, curiosare e meravigliarsi.