Fare esercizio fisico può far bene alla salute mentale: lo dice la scienza

Secondo uno studio, l’esercizio fisico migliora notevolmente la nostra salute mentale percepita, che potrebbe avere un’influenza diretta sullo stato d’animo e sui comportamenti relativi alla cura personale.

Esercizio fisico e salute mentale sono due fattori direttamente legati tra loro. Secondo numerosi studi, l’esercizio fisico può aiutare a gestire i problemi di salute mentale oppure aumentare il benessere personale. D’altro canto, uno studio recente conferma un’ipotesi che dovrebbe servire da avvertimento: troppo esercizio fisico può compromettere la salute mentale.

Grazie al più grande studio osservazionale realizzato finora sulla relazione tra esercizio fisico e salute mentale si è giunti alla conclusione che le persone che praticano sport hanno meno problemi di salute mentaleIn media, 1,5 giorni di meno al mese.

Inoltre, si è scoperto che gli sport di squadra, come ciclismo, aerobica e andare in palestra, sono associati a maggiore benessere. Questo studio è stato condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Yale a New Haven, in Connecticut (Stati Uniti).

Relazione tra esercizio fisico e salute mentale

Gli studiosi hanno scoperto che fare esercizio fisico per 45 minuti da 3 a 5 volte a settimana produce maggiori benefici. Ci si riferisce a qualsiasi tipo di attività fisica, come occuparsi dei bambini, svolgere le faccende domestiche, tagliare l’erba, pescare, andare in bicicletta, andare in palestra, correre e sciare.

Sappiamo che lo sport riduce il rischio di malattie cardiovascolari, cerebrovascolari, diabete e, quindi, mortalità. Ma la relazione con la salute mentale non è ancora del tutto chiara, infatti i risultati ottenuti sono contraddittori.

Anche se alcuni test suggeriscono che l’esercizio fisico migliora la salute mentale, è anche vero il contrario. Ad esempio, l’inattività potrebbe essere un sintomo e un fattore che contribuisce a una cattiva salute mentale, mentre l’attività potrebbe essere un segno o un fattore che contribuisce alla resilienza. Gli autori segnalano che lo studio non può stabilire quale sia la causa e quale l’effetto.

Gli autori dello studio hanno utilizzato i dati di 1,2 milioni di adulti provenienti dai 50 stati degli Stati Uniti. Persone che hanno partecipato all’indagine del Sistema di sorveglianza dei fattori di rischio comportamentali (dall’inglese, Behavioral Risk Factor Surveillance System) nel 2011, 2013 e 2015. I dati utilizzati sono stati demografici, informazioni sulla salute fisica, mentale e comportamenti riguardanti la salute. Lo studio non ha preso in considerazione altri disturbi mentali oltre alla depressione. 

Esercizio e salute mentale: un binomio non sempre vincente

Anche la frequenza e il tempo trascorso a fare attività fisica sono fattori importanti. Le persone che facevano esercizio tra le tre e le cinque volte a settimana sostenevano di avere una salute mentale migliore rispetto a chi faceva meno o più esercizio durante la settimana (che si associa a circa 2,3 giorni in meno di cattiva salute mentale rispetto alle persone che facevano esercizio solo due volte al mese).

Fare sport per 30-60 minuti è stato collegato a una maggiore riduzione dei giorni di cattiva salute mentale (associato a circa 2,1 giorni in meno di cattiva salute mentale rispetto alle persone che non avevano fatto sport). Le persone che facevano sport per più di 90 minuti al giorno hanno invece mostrato riduzioni minime. Fare attività fisica per più di tre ore al giorno è stato associato a un cattivo stato di salute mentale.Gli autori riportano che le persone che fanno sport in modo esagerato possono avere caratteristiche ossessive. Tali caratteristiche potrebbero metterle a rischio elevato di una cattiva salute mentale.

Conclusioni
I ricercatori sostengono che i dati sulla relazione tra gli sport di squadra e una migliore salute mentale possono indicare che le attività sociali favoriscono la resilienza e riducono la depressione con la conseguente riduzione dell’isolamento sociale, dando agli sport sociali un vantaggio sugli altri.
Si è fatto uso dell’autovalutazione delle persone sui propri livelli di salute mentale ed esercizio. Pertanto, parliamo di salute mentale percepita e non di salute mentale oggettiva. Inoltre, la ricerca chiedeva ai partecipanti soltanto la forma principale d’esercizio. Potrebbe esserci, dunque, una buona quantità di variabilità incontrollata se si considerano le persone che realizzano più di un attività fisica.

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