La RICERCA ha dimostrato che questa abitudine ha un impatto negativo sulla soddisfazione della relazione, sulla soddisfazione della propria vita e può persino contribuire allo sviluppo di stati depressivi.
Abbiamo davvero bisogno di risultati di ricerca per convalidare la rabbia e la mancanza di rispetto che tutti proviamo quando qualcuno che frequentiamo, un amico o un nuovo conoscente mette le mani in tasca, tira fuori il cellulare e risponde al segnale acustico di qualcun altro mentre noi stiamo pronunciando una frase durante una conversazione?
Se vi fosse bisogno dell’apporto scientifico, eccolo qui! Lo studio di Roberts e David(2015) ha rilevato che il “phubbing” – ignorare amici e familiari a favore di uno smartphone – ha un impatto negativo sulla soddisfazione della relazione, sulla soddisfazione della vita e può persino contribuire allo sviluppo di stati depressivi. Il phubbing (snobbare a favore del telefono) può risultare particolarmente problematico per le persone con uno stile di attaccamento ansioso.
Gli attaccanti ansiosi rappresentano circa il 20% della popolazione, secondo Shaver e Hazan (2013). Per queste persone, il phubbing è molto più che maleducazione.
È un segnale di rifiuto e un indicatore del fatto che al “phubber” lui non interessa. Estrai il tuo telefono cellulare a metà conversazione con una di queste persone e probabilmente verrai rimosso dall’elenco dei contatti!
Perché hai bisogno di riposare i pollici?
Gli attaccanti ansiosi non sono gli unici per i quali il phubbing è un problema. Può anche essere un problema per i phubbers ( o “smanettoni”) stessi. Questo problema può sembrare una cosa individuale, tuttavia segna una tendenza più grande nella cultura occidentale, secondo Sherry Turkle, psicologo e ricercatore del MIT.
La tecnologia, con la sua comunicazione istantanea e la capacità di costruire reti globali complesse, ci offre infinite opportunità per espandere la nostra sfera di connessioni. Molti seguaci e amici virtuali possono portare un senso individuale di scopo e notorietà. La connettività può costruire il nostro ego ed espandere le nostre menti.
Tuttavia, questo tipo di connettività può anche portare intensi sentimenti di disimpegno.
Ci sentiamo invisibili ed inascoltati quando la stragrande maggioranza delle nostre connessioni quotidiane sono di natura superficiale. L’ironia è che lottiamo per alleviare la nostra solitudine raggiungendo i nostri telefoni alla ricerca di una connessione istantanea e facile, che è la fonte della solitudine. Facciamo ciò invece di condividere un’intimità più profonda con chi ci circonda, attraverso la conversazione e le esperienze faccia a faccia. La tecnologia moderna ci tiene “da soli insieme”.
Quindi concediti un po ‘di riposo e concedi al tuo sé “smanettone” di sperimentare una profonda intimità con amici e familiari. Dopotutto, è quello che tutti stanno veramente cercando.
Articolo redatto dalla Dott.ssa Giulia Fantuzzi