Un esperimento che rinomina ogni nazione con un riferimento a musiche e canzoni: rock, pop, jazz, non c’è limite alla fantasia, ai collegamenti e alla nuova riscrittura della realtà fatta cantando.
Per gli aborigeni australiani la musica era una vera e propria mappa del mondo. Imparare a memoria i canti della tradizione significava sì conoscere le tradizioni e le storie antiche, ma anche individuare i luoghi sacri, le fonti d’acqua, le strade, i passaggi, i luoghi di ritrovo degli animali da cacciare. La musica, insomma, era una cartina geografica.
Lato sensu, lo è anche questa infografica realizzata da Dorothy, che non è una persona ma un gruppo di designer londinesi, che rivisualizza la classica proiezione di Mercatore assegnando, a ciascuno Stato, luogo, regione, la citazione musicale appropriata. Ogni canzone è un luogo, ogni luogo richiama una canzone, o meglio, il suo titolo. Per capirsi, al posto di “Roma”, sulla mappa ci sarà “When in Rome kill me”, album di esordio dei Cud. Oppure per Napoli, “Moon over Napoli” e più sotto, “Lights of Taormina”, di Mark Knopfler.
La Francia è “Tour de France”, dei Kraftwerk, mentre la Germania è “Autobahn” sempre dei Kraftwerk. La Spagna? “Sketches of Spain”, di Miles Davis. E poi c’è Anarchy in the Uk, come era ovvio, e Norwegian Wood. Si gioca anche un po’: la Turchia è “Cold Turkey”, di John Lennon e Yoko Ono, in cui turkey indica il tacchino (e poi sì, l’eroina), e l’Iran è, in realtà “I ran (so far away)” di A Flock of Seagulls. E se il nome del Paese non è in nessun titolo di canzone? Non importa, un’idea la si trova. Ad esempio la Libia (o quel che ne rimane) diventa, in maniera molto appropriata, “Land of Confusion” (Genesis).