La domanda che ci facciamo oggi è se esista o meno la depressione post partum negli uomini: sì, esiste, sebben non sia ancora sufficientemente indagata.
Il 20 Novembre 2015 vi è stato il lancio pubblico dell’Istituto Milenio per la Ricerca sulla depressione e sulla personalità (MIDAP, www.midap.org ). Questo centro scientifico interdisciplinare ha lo scopo è di generare conoscenza sulla base di una comprensione multidimensionale del fenomeno della depressione in interazione con la personalità. Il Programma di ricerca di intervento precoce (Pivt) della Facoltà di Psicologia ha firmato un accordo con questo centro al fine di sviluppare una collaborazione scientifica che investe nella ricerca e che incorpora tecnologie e formazione professionale.
La depressione è un problema di salute pubblica di grande importanza, essendo una delle patologie più frequenti nella popolazione e con grande impatto sulla qualità della vita delle persone. Attualmente costituisce la malattia mentale più diffusa al mondo, colpendo circa il 15% della popolazione generale, e si prevede che entro il 2020 la depressione avrà raggiunto il secondo posto in classifica AVAD (la somma degli anni potenziali di vita persi). Studi internazionali indicano che la depressione tende a concentrarsi nel periodo di vita fertile per le donne e colpisce più di frequente quelle con un livello socioeconomico più basso.
I primi mesi dopo la nascita di un figlio, le madri che soffrono di depressione post-partum (DPP) sono tra il 10% e il 30%. […]
Anche i papà possono manifestare disturbi depressivi nel periodo post-parto ma questo fenomeno non è stato fino ad oggi indagato a dovere. La letteratura emergente riguardo la depressione paterna suggerisce che esattamente come per le madri, i padri sono maggiormente a rischio di sviluppare depressione durante il periodo gestionale e il postparto (vedi: Goodman JH.” Paternal postpartum depression, its relationship to maternal postpartum depression, and implications for family health.” J Adv Nurs. 2004.): vi sono infatti studi che hanno trovato una correlazione positiva tra la DPP paterna e materna. Una meta-analisi pubblicata nel JAMA (American Medical Association’s journal) stima un’incidenza della DPP nel 10.4% di padri nella popolazione maschile, cifra che aumenta durante il secondo trimestre postparto.
Si sa che la DPP nei padi impatta lo sviluppo emotivo e comportamentle dei neonati e dei bambini, influenza le dinamiche familiari, la soddisfazione coniugale e l’economia dei paesi industrializzati.
Tuttavia, nonostante queste premesse, la conoscenza della depressione dei papà è ancora agli esordi e sono necessari ulteriori studi.
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