Il segnale acustico di ventilatori e di pompe di infusione, il sibilo di ossigeno, il ronzio di carri e il mormorio delle voci dei medici e degli infermieri, questi sono i rumori tipici che un neonato prematuro sente trascorrendo i primi giorni di vita nel reparto di terapia intensiva neonatale.
I suoni di tali mezzi di salvataggio sono difficili da silenziare ma recenti studi suggeriscono che alcuni suoni, come ninne nanne, possono aiutare i neonati pre-termine e i loro genitori. Sono stati riscontrati significativi miglioramenti del sonno e nell’alimentazione dei bambini, riducendo lo stress nei genitori (Pediatrics, 2013).
Il potere curativo delle vibrazioni:
Al suo interno la musica è suono e nel suono è radicata la vibrazione. Guidati da Lee Bartel, professore di musica presso l’Università di Toronto, diversi ricercatori stanno cercando di capire se le vibrazioni sonore, assorbite dal nostro corpo, possano contribuire nell’alleviare i sintomi della malattia di Parkinson, della fibromialgia e della depressione.
Conosciuta come terapia vibrazionale, l’intervento comporta l’uso del suono a bassa frequenza, simile a quello di un basso, per produrre vibrazioni che vengono applicate direttamente sul corpo. Durante questa terapia, il paziente giace su una stuoia, su un letto o su una sedia con delle casse che emettono specifiche vibrazioni a frequenza generate da un computer, dice Bartel.
Nel 2009, ricercatori guidati da Lauren K. hanno scoperto che l’uso a breve termine della terapia vibrazionale con i pazienti affetti da malattia di Parkinson ha portato a miglioramenti dei sintomi, compresa la rigidità, miglioramenti nella lunghezza del passo e diminuzione dei tremori.
Egli sta inoltre conducendo uno studio utilizzando la terapia vibrazionale con pazienti affetti da malattia di Alzheimer lieve. La speranza è che utilizzando la terapia, per ripristinare la normale comunicazione tra regioni del cervello, si possa consentire il recupero della memoria, dice.
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La sensibilità-benessere che si ha nella musica potrebbe essere dovuto al ricordo inconscio di quando si stava (in grande benessere) nella pancia della madre.