COME RICONOSCERE ED EVITARE UN TRAUMA PSICOLOGICO

Con un specifico riferimento al DSM-5 (ultimo manuale diagnostico e statistico dei Disturbi Mentali) gli stressor (o eventi stressanti) che riportano a traumi possono essere causati da: violenze (abuso, maltrattamento, trascuratezze), combattimenti militari, rapimenti, disastri naturali o provocati, incidenti automobilistici e l’essere testimoni di traumi vissuti da altri. Bisogno ricordare che, non tutti coloro che vivono queste situazioni sono necessariamente sottoposti a sviluppi di tipo Post Traumatico da Stress.

Analizziamo nello specifico cosa è un Disturbo Post-Traumtico da Stress. Il DSM-5 definisce il trauma come un evento drammatico con carattere di insopportabilità. Il trauma (dal greco “rottura”, “ferita”) è la conseguenza di un evento stressante estremo che va a minacciare l’integrità psicofisica del soggetto che lo vive.

Freud afferma che il trauma provoca nell’individuo “una scossa tale da perdere l’interesse per il presente ed il futuro e che porta ad un’ancorazione al passato in maniera irreversibile”. Tutto questo porta ad una situazione di minaccia della coesione ed integrazione mentale che, nei casi peggiori, porta a dissociazione disfunzionale.

Lo stress è caratterizzato da tre fasi:

  • Fase di allarme, durante la quale il soggetto riceve un’eccessiva quantità di compiti cognitivi, emotivi e sociali.
  • Fase di resistenza, il soggetto si adatta a tali richieste.
  • Fase di esaurimento, in cui si ha un esaurimento del soggetto con comparsi di sintomi fisici, somatizzazioni, emotivi e fisiologici.

Lo stress può essere provocato: eventi quali matrimoni, nascita di un figlio, lutti; freddo o caldo intenso, ambienti rumorosi; malattie di vario tipo. A seguito di un trauma, tendenzialmente, vengono attivati due sistemi:

  • il sistema di attaccamento: (richiesta di aiuto, conforto, vicinanza e protezione) (Bowlby, 1968).
  • il sistema neurobiologico di difesa che regola il comportamento di attacco-fuga di fronte a minacce (Panksepp, 1998).

L’assenza di figure che possono portare conforto e vicinanza in seguito all’evento traumatico va a generare una reazione post-traumatica disfunzionale.

Ma come riconosciamo i traumi relazionali? I traumi relazioni (abusi sessuali, violenze, abusi emotivi, trascuratezze di vario tipo) vissuti dall’individuo già dall’infanzia , portano ad una ridotta capacità di gestione dello stress e molto spesso alla mancata capacità di dare un significato alla propria esperienza traumatica. Il blocco dei processi di simbolizzazione e mentalizzazione provoca le cosiddette emozioni traumatiche. La mentalizzazione, infatti, permette al soggetto di trasformare le emozioni in simboli.
Traumi precoci producono un indebolimento della mentalizzazione, che può generare una fragilità della capacità di resilienza, ossia di gestione positiva ed attiva delle situazioni traumatiche, a traumi successivi.

Una scarsa e/o nulla capacità di verbalizzazione e simbolizzazione delle emozioni, può causare l’insorgenza di una condizione alessitimica nel soggetto.

Ad ogni modo è fondamentale riconoscere i proprie eventi, dare loro un significato, senza alcun timore dei giudizi e dei preconcetti. E’ importante riconoscere le proprie debolezze ed, in particolar modo, ricercare i nostri PUNTI FORZA! ;))

 

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