LE CAREZZE AUMENTANO IL BENESSERE

“Le giornate dovrebbero iniziare con un abbraccio, un bacio, una carezza e un caffè.
Perché la colazione deve essere abbondante.”

In questo articolo focalizzeremo l’attenzione su quanto è importante accarezzare e assecondare l’affetto che i vostri figli/bambini richiedono. Non abbiate paura del contatto fisico e non esitate nei gesti di accudimento verso i vostri figli!; con le carezze non ci si risparmia! 😉

Dovete sapere che, fare una carezza al proprio figlio è molto più di un comune gesto affettivo tra genitore e bambino. Le carezze e, determinati sviluppi di attaccamento sicuro,  vanno a stimolare attivamente specifiche parti del cervello. In questa sessione ci dedicheremo a delineare quelle che solo le caratteristiche identitarie e comportamentali che saranno proprie dei vostri figli a seguito di una non inibizione nel dispensare carezze.

Punto 1 – Viene stimolata la crescita del cervello: vari studi neuroscientifici dimostrano come i primi momenti della vita e le prime relazioni simbiotiche madre-bambino siano fondamentali. La stimolazione tattile (e quindi anche le carezze) va a provocare un aumento dei fattori di crescita neuronali e un precoce sviluppo del sistema cognitivo del bambino.

Punto 2 – Vengono stimolati neuro-ormoni che vanno a modulare le sensazioni di piacere: i neuro-ormoni sappiamo essere stimolanti e regolatori delle sensazioni di piacere quando ci si sente amati. Ne consegue un’ attivazione di neuro-ormoni quali l’ossitocina e le endorfine che vanno a produrre un senso di rilassamento profondo e appagante; tranquillità insomma!;) (Panksepp, 1998).

Punto 3 – Aumenta l’autostima e la sicurezza personale: Avere un caregiver (genitore) che funge da “base sicura” per il bambino, anche attraverso una presenza fisica e affettuosa, rappresenta sia un supporto pratico che un incremento  alle sicurezze del bimbo stesso.

Punto 4 –  Miglioramento dell’emotività, della memoria autobiografica e delle relazioni interpersonali (sociali): molti recenti studi hanno messo in evidenza il fatto che la relazione di attaccamento primaria sia la chiave di volta di un complesso gioco di reciproca e bidirezionale influenza tra componenti genetiche, ambientali ed epigenetiche; tutte queste vanno ad agire come componenti di rischio e protezione per un eventuale e successivo sviluppo psicopatologico (Fonagy & Lyiten, 2009; van Ijzendoorn et al., 2010). Molti risultati hanno anche dimostrato come questa presenza affettiva ed emotiva del genitore possa influenzare lo sviluppo cerebrale sotteso ai processi di regolazione emotiva, alle capacità sociali, all’auto-riflessione, alla memoria autobiografica e sui processi di capacità narrativa (Main et al., 2005; Sroufe et al., 2005).

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